Ciao da Gianluigi Rendinelli, Project Partner di Teamizzare. Oggi ti voglio parlare di AZIONE, soprattutto cosa genera AZIONE in un team.
Spesso mi sono posto questa domanda: QUAL’E’ LA CARATTERISTICA CHE ACCOMUNA I TEAM DI SUCCESSO?
Dopo essermi dato mille risposte, finalmente ,spaziando nel mondo dell’hair & beauty e non solo, ho trovato l’unico vero denominatore comune:
IN UN TEAM DI SUCCESSO OGNI MEMBRO SA DOVE STA ANDANDO E SOPRATTUTTO E’ DISPOSTO A FARE QUALUNQUE COSA PER ARRIVARCI. NON SONO GLI INCENTIVI A CREARE TEAM DI SUCCESSO MA LA VOLONTA’ DI CONFRONTARSI CON LE SFIDE, AFFIANCATI DA PERSONE CHE COSTANTEMENTE COMUNICANO LE STRATEGIE E LE TATTICHE PER SUPERARLE……PUNTO!
Dopo questa definizione il post potrebbe finire qui, la verità sta tutta nella frase qui sopra,
Proviamo invece ad approfondire come e soprattutto cosa spinge le persone a contribuire al successo di squadra.
La leva fondamentale per fare in modo che ci si alzi al mattino “elettrizzati” dall’idea di risolvere un problema al lavoro è sapere che lo si farà con colleghi giusti capaci di affrontarli quanto noi o meglio di noi. Di “scopritori di problemi” in giro ce n’è un’infinità, andrebbe bene se oltre che scoprire i problemi fossero in grado anche di risolverli!
Se provi a chiederti quale sia il momento più entusiasmante della tua carriera, sicuramente è arrivato da un primo momento di grande difficoltà, UN PROBLEMA, che all’apparenza sembrava insormontabile ma che poi hai dovuto risolvere e superare, e poi che soddisfazione!
Per fare in modo che tutto questo accada, serve selezionare attentamente un Team di lavoro che raggruppi Persone di livello, che si fidino l’un dell’altro e che si mettano in discussione per il bene comune,QUANDO SI COMPONE UN TEAM NON CI SI DEVE ACCONTENTARE, dopodiché servono solo più dei problemi da risolvere.
Quindi torniamo sempre all’origine, il compito più delicato è selezionare le persone giuste, se sbagli Persona rischi di destabilizzare l’intero Team, se selezioni bene tassello dopo tassello costruirai un Team forte e coeso in grado di confrontarsi e lavorare a supporto l’un dell’altro.
Dopo un’attenta selezione e aver creato il tuo Team, bisogna che il Leader segua il singolo e il gruppo da vicino. E’ fondamentale che siano sempre informati dei problemi (che dovranno affrontare ) e soprattutto delle possibili strategie per farlo.
La conoscenza di DOVE sei e di COSA bisogna fare sveglierà la fantasia creativa nel risolvere i problemi, riunioni, confronto e allenamento sono lo strumento per farlo,
La difficoltà nel saper risolvere i problemi sta nel non avere regole e codifiche, a volte sono le regole e codifiche troppo macchinose a rallentare e impedire le soluzioni. LE REGOLE E LE CODIFICHE SONO SACROSANTE, GUAI A METTERLE IN DUBBIO, ma attenzione a non renderle un ostacolo nel quotidiano. Le regole devono essere snelle e prive di “burocrazia”, intendo dire che ogni componente del Team deve rispettare regole comuni, ma nello stesso tempo deve poter sentire forte la responsabilità e agire velocemente senza dover incastrarsi in lungaggini che diventano improduttive e ancor peggio demotivanti.
MENO BUROCRAZIA, PIU’ RESPONSAVBILITA’.
Infine la capacità di saper riconoscere gli errori o saper tornare sui propri passi sarà quel valore aggiunto che ognuno dovrà portare in dote, che sia un collaboratore o un titolare. voglio dire che sperimentare diventa la parola d’ordine, provare ad innovare, a creare, a cambiare qualcosa è sinonimo di vitalità, analizzare , correggere o rivedere i piani e sinonimo di intelligenza.
In sintesi
–SAPERE DOVE SI STA ANDANDO
– SCEGLIERE PERSONE ADATTE PER ANDARCI
–NON PENSARE SOLO AD INCENTIVARE ECONOMICAMENTE
–ELEVARE LA RESPONSABILITA’ AFFIDANDO PROBLEMI DA RISOLVERE
–ASSISTERE I COLLABORATORI INDICANDO TATTICA E STRATEGIA.
–LASCIARE SVILUPPARE SOLUZIONI CREATIVE
–SNELLIRE LE CODIFICHE , POCHE E CHIARE.
–RIUNIONI, CONFRONTI, ALLENAMENTO.
Un Team forte è composto da Persone/collaboratori forti in grado di supportarsi e migliorarsi.
Un Team forte si diverte.
Un Team forte lo diventa risolvendo problemi.
UN TEAM FORTE E MOTIVATO LO DIVENTA SOLO ATTRAVERSO UN CONFRONTO TRA PERSONE DI ALTO LIVELLO, LA MOTIVAZIONE PIU’ GRANDE E’ APPARTENERE AD UN “DREAM TEAM”, IL DENARO VIENE INFINITAMENTE DOPO.
Gianluigi Rendinelli
Ciao da Gianluigi Rendinelli, project partner di Teamizzare, nell’ultimo post ci siamo lasciati con la promessa di sviluppare l’argomento “sperimentare”, una parte fondamentale per comporre il puzzle del leader.
Una delle situazioni che toglie forza ad un leader di fronte ai propri collaboratori, è sicuramente comportarsi in modo tale da far credere che ciò che stiamo facendo o chiedendo, sia una materia conosciuta di cui abbiamo piena padronanza senza di fatto averla.
Per farti un esempio essere AUTORITARIO credendo di essere AUTOREVOLE o credere di saper fare meglio qualcosa che probabilmente un collaboratore farebbe meglio.
Non fingere di sapere ciò che non sai, tanto meno non fingere ciò che non sei !
So che questo primo paragrafo ti arriva addosso come un pesante macigno, ma è proprio dagli errori che si deve prendere il miglior insegnamento per crescere. Leader della propria squadra, lo si diventa elaborando gli errori. A volte le idee sono giuste, ma solo cambiando prospettiva diventano efficaci.
Questa premessa è per introdurre l’argomento, prima voglio essere ancora più chiaro su cosa intendo: QUELLA SGRADEVOLE SENSAZIONE DI NON SENTIRSI EFFICACI E ALL’ALTEZZA DI DIRIGERE UNA SQUADRA, UN TEAM.
Spesso il problema è mettere tanto impegno, passione, amore, comprensione verso i collaboratori, trattarli da figli, ma alla fine sentendoti incapace di trasmettere ciò che veramente vorresti vedere dalla tua squadra. I risultati non arrivano, nonostante il tuo sforzo di andare verso la squadra, ti senti deluso sia dai risultati che dalle persone. Qui va trovata una soluzione veloce per invertire la tendenza;
L’ INESPERIENZA NON PUÒ ESSERE UNA SCUSA !
Se ti sei accorto che stai sbagliando, allora sei a buon punto. Ora si tratta di valutare alcune opzioni per risolvere il problema.
Col tempo, ho capito che spesso confondiamo l’essere autoritario con l’essere competente.
Si può avere buona padronanza teorica di alcune mansioni, di altre pratica, di altre ancora ne l’una ne l’altra.
Questo ragionamento mi ha portato verso un’unica grande riflessione: dovevo delegare e SPERIMENTARE. Si, mi capitava di delegare qualcosa a qualcuno e non riporre la fiducia verso chi avevo delegato. Ancor peggio IO PER PRIMO, non SPERIMENTAVO nuove soluzioni. Di fatto non consideravo la delega, ci pensavo io per paura di sperimentare soluzioni nuove, di conseguenza perdevo autorevolezza e la fiducia della squadra,
SPERIMENTIAMO come delegare, come instaurare quel rapporto di fiducia, troviamo nuove soluzioni se quelle abituali non danno risultati.
La soluzione sta nella capacità di un titolare nel trovare il giusto equilibrio tra la SPERIMENTAZIONE – la RESPONSABILITA’ di prendere delle decisioni; il rispetto e l’attenzione che bisogna avere verso chi è delegato a creare un progetto, verso la sua parte creativa.
Per gestire al meglio la “creatività “ occorre instaurare rispetto ed empatia.
Questa creatività dobbiamo nello stesso tempo applicarla su noi stessi, dobbiamo avere la capacità di essere creativi nel trovare la condizione giusta per SPERIMENTARE situazioni nuove. Non parlo solo di deleghe tecniche, ATTENZIONE; parlo anche di SPERIMENTARE dinamiche interpersonali all’interno del team.
Nel percorso di crescita e di SPERIMENTAZIONE, non bisogna avere paura di fallire.
Fallire per mancanza di impegno è inammissibile, ma nel tentativo di SPERIMENTARE bisogna preventivare anche il fallimento.
AUTORIZZARE a sbagliare è la chiave per provare a SPERIMENTARE.
Da leader, è fondamentale saper stare vicino a chi ha fallito. Equivale a guadagnarsi il rispetto e simpatia da parte di chi ha fallito e da tutto il team, esattamente come quando si condivide un successo. SPERIMENTARE può produrre entrambe le cose, a volte si fallirà nel tentativo di innovare, altre si celebreranno successi.
Quando un leader è l’unico terminale dei successi ottenuti da una squadra, può capitare di non sentire meritati i
complimenti in quanto il grosso della realizzazione del lavoro, è fatto dai collaboratori.
E’ altrettanto vero che senza un leader che si prende la responsabilità nei confronti di una squadra di SPERIMENTARE, alcune procedure o alcuni risultati non arriverebbero affatto.
Dimostrare di avere il coraggio e l’intuizione di saper cambiare situazioni “in stallo”, SPERIMENTANDO dinamiche e procedure, è un grande segnale di leadership.
Questo viene sempre riconosciuto dalla squadra. Questo è un elemento cardine per elevare la leadership di un imprenditore della bellezza.
SPERIMENTARE per imparare.
Perdonarsi e perdonare gli errori quando non sappiamo fare.
Crescere dagli errori e creare fiducia.
– PER ESSERE LEADER AUTOREVOLI BISOGNA SMETTERE DI ESSERE CIÒ’ CHE NON SEI E AVERE IL CORAGGIO DI ESSERE SE STESSI. –
Gianluigi Rendinelli.
Ciao da Gianluigi Rendinelli, project partner di Teamizzare, oggi ti parlerò di un aspetto fondamentale della leadership, presta particolare attenzione, predisponiti per “guardarti dentro”. Si diventa leader nel momento in cui si decide di non trovare più scuse, solo attraverso un’ onesta grande auto-analisi, si può fare dei propri errori IL PRIMO ALLEATO di crescita verso il percorso per diventare in primis leader di se stessi.
Che tu sia titolare o collaboratore questo post ti sarà utile. Potrebbe essere una buona occasione di crescita per il vostro TEAM fissare una bella riunione in salone per commentare insieme questo post. Qui parliamo di come evitare uno dei grandi errori che può limitare la tua leadership; fai attenzione, il LEADER non è solo il titolare, ma anche tu collaboratore, devi diventare leader di te stesso! Esiste la responsabilità di lavorare in gruppo, solo semplicemente ci sono livelli diversi in base a posizioni e ruoli che si ricoprono. NESSUNO può astenersi dall’essere leader, il titolare lo è verso i collaboratori, i collaboratori verso il titolare e verso i propri colleghi. Se farete tesoro entrambi dell’input che riceverete in questo post vi assicuro che inizierete un percorso nuovo, professionale e personale.
Perchè mi dici PERSONALE e PROFESSIONALE Gianluigi?
Perchè essere leader E’ UN VERO E PROPRIO STILE DI VITA! Ecco perchè fai bene a lavorare sulla tua leadership:
evita di trovare scuse , non abbandonare alla prima difficoltà, rifiuta la mediocrità, potrei andare avanti con l’elenco con almeno altri 7/8 punti, questi sono solo alcuni esempi su cui lavorare, di certo avere la padronanza di questi aspetti ti permetterà di vedere i problemi semplicemente come situazioni da affrontare e risolvere piuttosto che “polvere da nascondere sotto il tappeto”.
Vado al sodo, ti svelo uno dei più grandi ostacoli da abbattere per essere un LEADER :
ATTENZIONE A NON SABOTARTI DA SOLO !
Vi spiego meglio:
SEI TU CHE DECIDI IN AUTONOMIA DI PERDERE!
MOLLI PRIMA CHE QUALCUNO TI POSSA SCONFIGGERE
In questo modo potrai raccontare a TE STESSO che hai deciso TU di perdere e non che sei stato battuto da un’altro!
Succede spesso nello sport quando uno sportivo durante una gara, vedendo arrivare la sconfitta, non crede più in se stesso e sentendosi superiore all’avversario preferisce ( mollare mentalmente) abbandonare per potersi ”raccontare” che la sconfitta non è avvenuta per inferiorità ma per volontà personale, Il risultato inevitabile è comunque PERDERE, e non raggiungere mai l’obiettivo che potrebbe essere a portata di mano.
E’ un ragionamento controintuitivo, , ma funziona così nella mente .
“Gianluigi mi fai un esempio?” Immagina di essere impegnato con la formazione di un tuo collaboratore, inizi un percorso formativo e il collaboratore, dopo la prima fase “felice”, il periodo più semplice di apprendimento, inizia a rallentare il percorso di crescita. Appare disorientato e comincia anche a cambiare atteggiamento. Allora tu che TI SENTI L’ ESSERE SUPREMO, IL MIGLIORE, non accetti di non essere riuscito a formarlo, avendo grandi capacità tecniche ed esperienza , ti demoralizzi e molli, ti allontani e inizi a demotivare attraverso la tua perdita di fiducia, e piuttosto che PERSEVERARE e chiederti cosa potresti fare per invertire la direzione, in poche parole preferisci dire che LUI non “capisce” o che “ non è adatto”, piuttosto che chiederti se puoi cambiare il sistema di comunicazione per dare nuova energia.
Per te collaboratore, funziona allo stesso modo, se prendo come esempio lo stesso contesto, immagina di trovarti ad un punto della tua curva di crescita, la fase più impegnativa, dopo il primo periodo di entusiasmo è arrivato il momento di fare il salto di qualità, ma le cose più impegnative non ti riescono facili come nella prima fase, e allora piuttosto che andare alla ricerca di ciò che sta rallentando il tuo percorso e cercare spunti, per mancanza di perseveranza, preferisci “ mollare ” raccontandoti che in fondo non ti piace quella mansione piuttosto che quel salone, piuttosto che il team, piuttosto , piuttosto, piuttosto….
In questa circostanza si vive una situazione di totale disagio. Quando ti stai SABOTANDO ti senti fortemente demotivato, ti manca quella parte di verità che DEVI A TE STESSO per fare in modo che la TUA leadership personale ti faccia vivere il problema come un’opportunità di crescita piuttosto che come un freno. Ti sentirai sfigato o incompreso per l’ennesima volta, dirai che TU hai licenziato quel collaboratore, oppure sarai TU collaboratore a dire che il tuo titolare non era capace a formarti o che non ti trovavi bene, e te ne andrai altrove, in realtà AVETE MOLLATO !
La soluzione è rifiutare la mediocrità, se per fare una determinata cosa accetti di NON FARLA AL MEGLIO DI COME POTRESTI , SEI MEDIOCRE!
Ti chiedo di non SABOTARTI da solo ogni volta che inizia la salita, solo se IMPONI a te stesso di dare il massimo fino in fondo, cercando la soluzione anche quando sembra non esserci, anche quando tutto intorno a te sembra girare nel modo sbagliato, solo se accetti di DARE IL MASSIMO SEMPRE, ANCHE QUANDO LE COSE NON SONO COSÌ’ PERFETTE COME VORRESTI.
Solo così raggiungerai risultati che neanche lontanamente immagini, in un team di successo, come nel quotidiano, questo deve diventare uno stile di vita, una vita da leader.
La mia esperienza personale mi porta a ripensare quando io e la mia collaboratrice Rossella eravamo arrivati al momento dei saluti. Lei con me in salone da cinque anni , la sua crescita era bloccata, il suo atteggiamento ostile, nonostante tutto non ho mollato, io credevo in lei, NON HO VOLUTO ACCETTARE L’IDEA di aver buttato via cinque anni di investimenti e soprattutto il fatto che in lei avevo sempre creduto e fino all’ultimo ho dato il massimo per insistere e modificare la mia comunicazione e il suo ruolo. Oggi a distanza di tre anni da quel confronto, E’ LA PERSONA CHE PRODUCE PIÙ’ FATTURATO ALL’INTERNO DI UN TEAM DI NOVE ELEMENTI.
Abbiamo vinto in due, ha vinto la nostra capacità di essere leader di noi stessi!
Non mi sono sabotato, di conseguenza anche lei ha imparato a non sabotarsi. Lo diciamo spesso io e Rossella: “ma dove saremmo io e te oggi se non avessimo ENTRAMBI lottato fino alla fine?”
E’ fuori discussione che imparare a non SABOTARSI porti solo vantaggi. Ho imparato a vivere le mie responsabilità e soprattutto ho capito che impatto su un sacco di persone, collaboratori, amici, figli, clienti, e questo ha elevato il mio senso di responsabilità, ha elevato la mia leadership.
Leader non vuol dire comandare ma avere la capacità di diventare una guida e un riferimento autorevole per le persone che ci circondano, soprattutto essere ONESTI con noi stessi e invece che subire i problemi, avere la capacità di renderli piccoli e farne il più grande strumento di crescita che possiamo regalarci e soprattutto donare come esempio di crescita ad altre PERSONE.
Anche se le cose non vanno nel verso giusto non molliamo mai un’idea, anche se non raggiungiamo un risultato potremmo dire che abbiamo fatto il possibile. Mai farci tirare indietro dalla nostra mente che ci vuole comodi e mediocri, la mente ama fare le cose che conosce, a noi LEADER invece piace spingerci oltre, ci piace SPERIMENTARE…..e di questo ne parleremo nel prossimo post.
A presto con Teamizzare !
Gianluigi Rendinelli