Prendere o lasciare? A te la scelta!

Ciao da Gianluigi Rendinelli, project partner di Teamizzare, oggi ti parlerò di un aspetto fondamentale della leadership, presta particolare attenzione, predisponiti per “guardarti dentro”. Si diventa leader nel momento in cui si decide di non trovare più scuse, solo attraverso un’ onesta grande auto-analisi, si può fare dei propri errori IL PRIMO ALLEATO di crescita verso il percorso per diventare in primis leader di se stessi.

Che tu sia titolare o collaboratore questo post ti sarà utile. Potrebbe essere una buona occasione di crescita per il vostro TEAM fissare una bella riunione in salone per commentare insieme questo post. Qui parliamo di come evitare uno dei grandi errori che può limitare la tua leadership; fai attenzione, il LEADER non è solo il titolare, ma anche tu collaboratore, devi diventare leader di te stesso! Esiste la responsabilità di lavorare in gruppo, solo semplicemente ci sono livelli diversi in base a posizioni e ruoli che si ricoprono. NESSUNO può astenersi dall’essere leader, il titolare lo è verso i collaboratori, i collaboratori verso il titolare e verso i propri colleghi. Se farete tesoro entrambi dell’input che riceverete in questo post vi assicuro che inizierete un percorso nuovo, professionale e personale.

Perchè mi dici PERSONALE e PROFESSIONALE Gianluigi?

Perchè essere leader E’ UN VERO E PROPRIO STILE DI VITA! Ecco perchè fai bene a lavorare sulla tua leadership:

evita di trovare scuse , non abbandonare alla prima difficoltà, rifiuta la mediocrità, potrei andare avanti con l’elenco con almeno altri 7/8 punti, questi sono solo alcuni esempi su cui lavorare, di certo avere la padronanza di questi aspetti ti permetterà di vedere i problemi semplicemente come situazioni da affrontare e risolvere piuttosto che “polvere da nascondere sotto il tappeto”.

Vado al sodo, ti svelo uno dei più grandi ostacoli da abbattere per essere un LEADER :

ATTENZIONE A NON SABOTARTI DA SOLO !

Vi spiego meglio:

SEI TU CHE DECIDI IN AUTONOMIA DI PERDERE!

MOLLI PRIMA CHE QUALCUNO TI POSSA SCONFIGGERE

In questo modo potrai raccontare a TE STESSO che hai deciso TU di perdere e non che sei stato battuto da un’altro!

Succede spesso nello sport quando uno sportivo durante una gara, vedendo arrivare la sconfitta, non crede più in se stesso e sentendosi superiore all’avversario preferisce ( mollare mentalmente) abbandonare per potersi ”raccontare” che la sconfitta non è avvenuta per inferiorità ma per volontà personale, Il risultato inevitabile è comunque PERDERE, e non raggiungere mai l’obiettivo che potrebbe essere a portata di mano.

E’ un ragionamento controintuitivo, , ma funziona così nella mente .

“Gianluigi mi fai un esempio?” Immagina di essere impegnato con la formazione di un tuo collaboratore, inizi un percorso formativo e il collaboratore, dopo la prima fase “felice”, il periodo più semplice di apprendimento, inizia a rallentare il percorso di crescita. Appare disorientato e comincia anche a cambiare atteggiamento. Allora tu che TI SENTI L’ ESSERE SUPREMO, IL MIGLIORE, non accetti di non essere riuscito a formarlo, avendo grandi capacità tecniche ed esperienza , ti demoralizzi e molli, ti allontani e inizi a demotivare attraverso la tua perdita di fiducia, e piuttosto che PERSEVERARE e chiederti cosa potresti fare per invertire la direzione, in poche parole preferisci dire che LUI non “capisce” o che “ non è adatto”, piuttosto che chiederti se puoi cambiare il sistema di comunicazione per dare nuova energia.

Per te collaboratore, funziona allo stesso modo, se prendo come esempio lo stesso contesto, immagina di trovarti ad un punto della tua curva di crescita, la fase più impegnativa, dopo il primo periodo di entusiasmo è arrivato il momento di fare il salto di qualità, ma le cose più impegnative non ti riescono facili come nella prima fase, e allora piuttosto che andare alla ricerca di ciò che sta rallentando il tuo percorso e cercare spunti, per mancanza di perseveranza, preferisci “ mollare ” raccontandoti che in fondo non ti piace quella mansione piuttosto che quel salone, piuttosto che il team, piuttosto , piuttosto, piuttosto….

In questa circostanza si vive una situazione di totale disagio. Quando ti stai SABOTANDO ti senti fortemente demotivato, ti manca quella parte di verità che DEVI A TE STESSO per fare in modo che la TUA leadership personale ti faccia vivere il problema come un’opportunità di crescita piuttosto che come un freno. Ti sentirai sfigato o incompreso per l’ennesima volta, dirai che TU hai licenziato quel collaboratore, oppure sarai TU collaboratore a dire che il tuo titolare non era capace a formarti o che non ti trovavi bene, e te ne andrai altrove, in realtà AVETE MOLLATO !

La soluzione è rifiutare la mediocrità, se per fare una determinata cosa accetti di NON FARLA AL MEGLIO DI COME POTRESTI , SEI MEDIOCRE!

Ti chiedo di non SABOTARTI da solo ogni volta che inizia la salita, solo se IMPONI a te stesso di dare il massimo fino in fondo, cercando la soluzione anche quando sembra non esserci, anche quando tutto intorno a te sembra girare nel modo sbagliato, solo se accetti di DARE IL MASSIMO SEMPRE, ANCHE QUANDO LE COSE NON SONO COSÌ’ PERFETTE COME VORRESTI.

Solo così raggiungerai risultati che neanche lontanamente immagini, in un team di successo, come nel quotidiano, questo deve diventare uno stile di vita, una vita da leader.

La mia esperienza personale mi porta a ripensare quando io e la mia collaboratrice Rossella eravamo arrivati al momento dei saluti. Lei con me in salone da cinque anni , la sua crescita era bloccata, il suo atteggiamento ostile, nonostante tutto non ho mollato, io credevo in lei, NON HO VOLUTO ACCETTARE L’IDEA di aver buttato via cinque anni di investimenti e soprattutto il fatto che in lei avevo sempre creduto e fino all’ultimo ho dato il massimo per insistere e modificare la mia comunicazione e il suo ruolo. Oggi a distanza di tre anni da quel confronto, E’ LA PERSONA CHE PRODUCE PIÙ’ FATTURATO ALL’INTERNO DI UN TEAM DI NOVE ELEMENTI.

Abbiamo vinto in due, ha vinto la nostra capacità di essere leader di noi stessi!

Non mi sono sabotato, di conseguenza anche lei ha imparato a non sabotarsi. Lo diciamo spesso io e Rossella: “ma dove saremmo io e te oggi se non avessimo ENTRAMBI lottato fino alla fine?”

E’ fuori discussione che imparare a non SABOTARSI porti solo vantaggi. Ho imparato a vivere le mie responsabilità e soprattutto ho capito che impatto su un sacco di persone, collaboratori, amici, figli, clienti, e questo ha elevato il mio senso di responsabilità, ha elevato la mia leadership.

Leader non vuol dire comandare ma avere la capacità di diventare una guida e un riferimento autorevole per le persone che ci circondano, soprattutto essere ONESTI con noi stessi e invece che subire i problemi, avere la capacità di renderli piccoli e farne il più grande strumento di crescita che possiamo regalarci e soprattutto donare come esempio di crescita ad altre PERSONE.

Anche se le cose non vanno nel verso giusto non molliamo mai un’idea, anche se non raggiungiamo un risultato potremmo dire che abbiamo fatto il possibile. Mai farci tirare indietro dalla nostra mente che ci vuole comodi e mediocri, la mente ama fare le cose che conosce, a noi LEADER invece piace spingerci oltre, ci piace SPERIMENTARE…..e di questo ne parleremo nel prossimo post.

A presto con Teamizzare !

Gianluigi Rendinelli

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